Ogni Pillo(w)la ha la sua “copertina”    

Il tema della Pillo(w)la 18 riguarda le competenze del futuro e quelle in declino. Abbiamo realizzato la copertina dal punto di vista del lettore, che si trova di fronte ad un bivio: il sentiero dell’obsolescenza e il sentiero del cambiamento. Seguire il primo percorso vuol dire rimanere ancorati alle competenze del passato; percorrere il secondo, invece, significa investire nelle competenze del futuro. Lungo il sentiero del cambiamento, che abbiamo immaginato come quello de “Il Mago di OZ”, troviamo i nostri supereroi dell’IA e dello Strategic Foresight: DataMan, VisionAria e GeneraDiva in versione Dorothy. Accanto ai nostri protagonisti, abbiamo inserito alcuni personaggi che incarnano le competenze del futuro. Infine, al centro del bivio troviamo il Professor Radar: la nostra guida verso il sentiero giusto da seguire. 

Quali saranno le competenze del futuro? 



Dopo aver delineato lo scenario che si prospetterà nei prossimi anni relativamente al futuro delle professioni, in questa Pillo(w)la andremo ancora più nel dettaglio, esaminando quali competenze richiede il mercato del lavoro e, di conseguenza, su quali bisognerà maggiormente specializzarsi per rimanere competitivi.  

Secondo l’ultimo report del World Economic Forum [1], la percentuale delle competenze oggi richieste che diventeranno obsolete entro il 2030 è pari al 39%. Tuttavia, questo tasso di “instabilità delle competenze” è in calo rispetto al passato, segno che molte persone si stanno già attivando per aggiornarsi.  

Nello specifico, le competenze in crescita includono: il pensiero analitico e creativo, la resilienza, l’antifragilità (ovvero la capacità di trasformare l’energia del cambiamento in una forza continua), la flessibilità, l’adattabilità, la leadership e l’influenza sociale, l’alfabetizzazione digitale, la sicurezza informatica, l’uso dei dati, la curiosità e l’apprendimento continuo. Al contrario, le competenze in calo riguardano soprattutto l’abilità manuale, la resistenza fisica, la precisione e, in generale, tutte quelle che possono essere facilmente sostituite dalle macchine.  

È evidente, dunque, che bisognerà cominciare a disabituarci ad alcuni concetti, come l’idea che il tempo dello studio e del lavoro sono momenti separati; al contrario, lo sviluppo professionale e personale dovrebbe essere continuo e rappresenta una competenza fondamentale per rispondere alla velocità in cui avviene il cambiamento. Un altro assunto che è fondamentale abbandonare riguarda le competenze digitali: esse, infatti, non sono richieste solamente per le professioni digitali, bensì sono necessarie anche per le altre mansioni, poiché si presentano come una nuova chiave di lettura e conoscenza del mondo. 

Inoltre, sarà sempre più necessario imparare a combinare hard e soft skills, anziché continuare a pensare che siano due categorie distinte e da sviluppare separatamente.  Dal report del World Economic Forum, emergono le seguenti hard skills più richieste:  

  • l’analisi dei datie utilizzo dibig data 
  • il marketing digitalee ottimizzazione delle strategie di comunicazione;  
  • la gestione finanziariae pianificazione strategica 
  • l’utilizzo di applicazioni basate sull’Intelligenza Artificiale per migliorare l’efficienza aziendale;  
  • la sostenibilità: conoscenze relative alla gestione e all’implementazione di pratiche aziendali sostenibili.  

Le soft skills fondamentali da sviluppare riguardano:  

  • il pensiero criticoeproblem solvingper affrontare sfide complesse;  
  • la comunicazione efficaceper interagire e influenzare all’interno e all’esterno dell’organizzazione;  
  • la leadership, intesa come capacità di creare un gruppo dove ogni persona sia in grado di mettere a disposizione i propri punti di forza;  
  • la capacità di auto-organizzazionee gestione del tempo in contesti dinamici;  
  • l’intelligenza emotivaper comprendere e gestire le emozioni proprie e degli altri, fondamentale per una leadership efficace e relazioni professionali durature.
     

In sintesi, la velocità con cui avviene il cambiamento richiede alle persone un apprendimento continuo e costante. Non sarà più sufficiente aggiornare il proprio profilo professionale, ma bisognerà intraprendere percorsi di reskilling e upskilling per rimanere competitivi. Inoltre, sarà fondamentale combinare soft e hard skills ed essere sempre più proattivi, pronti per affrontare ogni sfida e cambiamento. Il ruolo delle persone rimarrà centrale: l’essere umano è, infatti, l’unico sistema relazionale e cognitivo, capace di generare e leggere il senso nel mondo che lo circonda.  

[1] Fonte: World Economic Forum, Future of Jobs Report 2025. Insight Report January 2025, disponibile al link: https://reports.weforum.org/docs/WEF_Future_of_Jobs_Report_2025.pdf   

 

 

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Intelligenza artificiale e lavoroPillo(w)la n. 17 – Lavoro, competenze e professioni nell’era dell'Intelligenza Artificiale