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Roma, Forum PA | 19-21 maggio 2025 – Si è svolta dal 19 al 21 maggio, presso il Palazzo dei Congressi a Roma, l’edizione 2025 di Forum PA. Per creare una realtà connessa, capace di innovare e generare valore per i cittadini, c’è bisogno di una PA che funzioni come un punto di incontro tra persone, tecnologie e relazioni. Il Dipartimento del Tesoro ha partecipato con il panel Connettere per Innovare, un’iniziativa dedicata all’innovazione e alla collaborazione tra enti pubblici e privati. 

Redazione

Si è discusso dell’importanza delle connessioni: tra tecnologie e persone, tra persone e competenze, tra amministrazioni e imprese, tra PA e cittadini nel corso dello Spazio MEF “Connettere per Innovare”, di martedì 20 maggio 2025. La tavola rotonda, moderata da Michele Petrocelli, Dirigente Generale del Dipartimento del Tesoro, responsabile dei progetti di innovazione e digitalizzazione, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico: Cecilia Maceli, Direttore Generale dell’Ufficio per i concorsi e il reclutamento – Dipartimento della Funzione Pubblica; Tania Cerquitelli, Professoressa Ordinaria presso il Dipartimento di Automatica e Informatica (DAUIN) – Politecnico di Torino; Stefano Nocentini, Senior Executive Partner – Gartner; Vanessa Ravagni, Dirigente responsabile dei Servizi alla Ricerca e Valorizzazione – Università di Trento, e membro del Consiglio direttivo di Netval. 

I relatori hanno offerto visioni e proposte concrete, sottolineando quanto siano determinanti le connessioni per rispondere alle sfide dell’innovazione digitale. In apertura, Michele Petrocelli ha evidenziato come oggi sia fondamentale costruire tecnologie intorno alle persone, mettendo al centro connessioni tra PA, cittadini e mercato. È in questo contesto che le amministrazioni pubbliche sono chiamate a evolvere, superando la logica della semplice digitalizzazione per abbracciare una PA aumentata, fondata sull’uso consapevole dei dati, sull’interazione tra intelligenza artificiale e umana, e sulla creazione di valore pubblico tangibile. Al centro di questa visione vi è l’idea che il processo di digitalizzazione debba essere progettato intorno alla persona e ai suoi bisogni concreti, ponendo le basi per una nuova fase in cui la Pubblica Amministrazione adotti una metodologia fondata su decisioni insight-driven: in cui dati e tecnologie diventino strumenti per comprendere, dare senso e personalizzare i servizi, generando valore misurabile per i cittadini. Per farlo, serve costruire connessioni attraverso il canale dell’Open Innovation, che consente di sviluppare casi d’uso concreti, e tramite il ruolo delle comunità di pratica, fondamentali per condividere saperi, esperienze e soluzioni, dando vita a ecosistemi collaborativi capaci di trasformare l’innovazione in valore pubblico.  

La PA ha la responsabilità di guardare avanti: sebbene operi con i dati, che raccontano il passato, deve dotarsi di strumenti di Strategic Foresight per interpretare e governare il cambiamento, rispondendo con anticipo e consapevolezza alle esigenze della società. La sfida – afferma Michele Petrocelli – è quella di una governance anticipatoria, capace di immaginare e orientare il futuro che desideriamo 

Stefano Nocentini spiega la necessità di un PA Aumentata, capace di affrontare la rivoluzione tecnologica con consapevolezza e responsabilità. In passato – chiarisce – si è ritenuto che il settore privato fosse più avanzato rispetto al pubblico, relegando la PA a un ruolo di semplice facilitatore. Oggi, invece, siamo davanti a una trasformazione epocale che invita la PA a tornare protagonista. La sfida attuale richiede nuovi strumenti per comprendere e rispondere ai bisogni dei cittadini, considerati non più solo come dei semplici numeri, ma come individui con storie e necessità differenti. Per affrontare questa fase – aggiunge – è fondamentale valorizzare la diversità: in un mondo statico si può puntare all’uniformità, ma in un contesto dinamico e in continua evoluzione la diversità diventa una risorsa indispensabile. Attraverso la costruzione di reti tra PA diverse e tra pubblico e privato, è possibile sviluppare un’intelligenza artificiale umanocentrica, capace di creare un ponte tra generazioni. Nocentini ha quindi lanciato un appello alla fiducia tra amministrazioni, cittadini e imprese: senza reti solide e senza uno scambio aperto di dati e soluzioni, l’innovazione rischia di rimanere frammentata. Solo attraverso la scelta di strumenti adeguati la PA aumentata potrà orientarsi efficacemente in un ecosistema complesso e ricco di opportunità. 

I dati nella trasformazione digitale della PA – afferma Tania Cerquitelliricoprono un ruolo strategico. Se ben gestiti e interpretati, rappresentano una leva fondamentale per migliorare la qualità dei servizi pubblici e supportare processi decisionali più efficaci. Tuttavia, l’intelligenza artificiale seppur capace di individuare correlazioni e schemi nascosti all’interno di grandi quantità di informazioni, rischia di produrre risultati distorti se alimentata da dati incompleti o parziali. Da qui emerge il ruolo imprescindibile dell’intelligenza umana, chiamata a validare i dati con uno sguardo critico, integrando competenze multidisciplinari in grado di riconoscere potenziali bias. L’essere umano – ha ricordato Cerquitelli – è l’unico in grado di contestualizzare l’output degli algoritmi, interpretandone il significato e valutandone l’impatto. Serve quindi una nuova cultura della responsabilità, fondata su trasparenza, semplificazione e competenze trasversali per costruire un sistema in cui intelligenza artificiale e umana collaborino realmente nella generazione di valore pubblico. Cerquitelli ha richiamato l’importanza di un’altra connessione fondamentale per la PA del futuro: quella tra sistemi interoperabili, essenziali per garantire sostenibilità ambientale ed efficienza organizzativa. Come ha sottolineato Michele Petrocelli, il vero valore non risiede nel possesso dei dati, ma nella capacità di utilizzarli per generare innovazione e valore pubblico. 

L’Intelligenza Artificiale non è un fine ma uno strumento a supporto delle competenze umane – ha proseguito Cecilia Maceli -. Nei processi di selezione e reclutamento del personale è necessaria una comunicazione efficace e innovativa, capace di valorizzare le diverse generazioni coinvolte. Il portale inPA – spiega Maceli – è un primo esperimento in tal senso che non si limita a pubblicare offerte di lavoro, ma gestisce attivamente le candidature, supporta le commissioni esaminatrici e favorisce una connessione diretta tra cittadini e PA. L’obiettivo è promuovere un dialogo continuo con le persone, anche attraverso progetti dedicati a identificare e preparare le professioni del futuro. Maceli ha richiamato la necessità di mettere al centro semplificazione e persone, per governare la complessità e rendere i servizi davvero accessibili, coinvolgendo e motivando ogni individuo. Il cambiamento si realizza attraverso la collaborazione e l’impegno condiviso, valorizzando le potenzialità individuali e collettive che, connesse, generano valore. 

L’esperienza di Netval evidenzia il ruolo chiave della PA nel valorizzare la ricerca e accelerare il trasferimento tecnologico a vantaggio della società e del mercato. Infatti – spiega Vanessa Ravagni – non basta costruire infrastrutture, ma è necessario attivare programmi concreti che favoriscano la collaborazione tra pubblico, imprese e startup. Dal 2019 Netval ha facilitato oltre 400 collaborazioni e supportato circa 8.000 brevetti, creando un ecosistema di innovazione concreto e misurabile. Diventa così fondamentale trasformare la ricerca in azioni concrete, promuovendo formazione continua e best practices, affinché la Pubblica Amministrazione si configuri come un laboratorio di innovazione al servizio dei cittadini e del futuro. Ravagni ha quindi invitato a investire nel tempo e nelle connessioni reali tra PA, imprese e mondo accademico, trasformando i brevetti in soluzioni operative e promuovendo programmi che stimolino collaborazioni produttive. 

Queste azioni rappresentano passi concreti per una Pubblica Amministrazione che si interroga, sceglie, sperimenta e che, passo dopo passo, costruisce un futuro dove l’intelligenza artificiale e quella umana sono sempre al servizio della collettività. 

L’evento si è concluso con la partecipazione di VisionAria, un avatar 3D animato da un agent di intelligenza artificiale generativa, sviluppato nell’ambito di una sperimentazione avviata all’interno del gruppo di ricerca DT AI-Hub Innovazione. VisionAria utilizza modelli di LLM di Azure OpenAI, addestrata per affrontare tematiche quali l’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione, l’etica e la protezione dei dati e i modelli di AI, attingendo a una knowledge base documentale del Dipartimento del Tesoro per fornire risposte contestualizzate, affidabili e costantemente aggiornate.  

L’avatar ha ascoltato il dibattito e fornito contributi in tempo reale, segnando una nuova frontiera nell’innovazione digitale della Pubblica Amministrazione. Inoltre, è rimasto a disposizione al desk MEF per rispondere alle domande del pubblico, anche nell’ambito del progetto “Fintech Factory MEF”, offrendo un’esperienza di dialogo interattiva e accessibile a tutti.  

Dai un’occhiata a com’è andata:

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