Ogni Pillo(w)la ha la sua “copertina”

Nella seconda pillo(w)la la riflessione è incentrata sui limiti dell’IA, nello specifico sul ruolo della coscienza delle persone. La contrapposizione tra questi due elementi è rappresentata con un fumetto: Dataman e Generadiva – che simboleggiano l’IA – contro l’uomo e la sua coscienza, raffigurata con un gatto parlante. Un dettaglio importante è l’incompletezza del prodotto dell’IA generativa, rappresentato da una scia colorata solo per metà a significare che la creatività dell’uomo non può essere sostituita dall’Intelligenza Artificiale

La capacità generativa dell’Intelligenza Artificiale potrà sostituire la capacità artistica delle persone? 

L’Intelligenza Artificiale – così come tutti i prodotti tecnologici – è priva di coscienza, di sé e del contesto. Ne consegue che la fonte dell’innovazione siano le persone: prima c’è bisogno della persona e della sua creatività. La coscienza, al contrario, è caratterizzata da una dimensione intrinsecamente umana ed è quello che qualifica l’intervento dell’individuo sull’Intelligenza Artificiale.   

Alla luce di tale premessa, siamo in grado di rispondere al quesito di partenza: la capacità generativa dell’Intelligenza Artificiale potrà sostituire la capacità artistica delle persone? Prendiamo l’esempio della fotografia. La macchina scatta l’immagine a un paesaggio, che però esiste già. In questo caso, la foto è un prodotto della macchina fotografica creato sulla base di qualcosa che è già presente in natura; ma l’occhio del fotografo è comunque indispensabile poiché è l’artista stesso che dà il senso allo scatto. Ne consegue, dunque, che la foto può essere considerata l’opera d’arte di colui che la realizza. La stessa cosa avviene con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale generativa: è l’uomo a dare il senso, la coscienza e – di conseguenza – un valore aggiunto alla tecnologia. La creatività delle persone, pertanto, farà sempre la differenza.  

La dimensione propria dell’essere umano, dunque, non potrà essere in alcun modo sostituita dalle macchine, che possono solamente provare a imitarla e a supportarla. La creatività, l’etica, la morale, l’identità, la filosofia non potranno mai essere generate direttamente dall’Intelligenza Artificiale senza l’elemento umano. 

 

Dai un’occhiata all’estratto dell’intervista condotta da Daniele De Prosperis di Lastarìa Edizioni:

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