Ogni Pillo(w)la ha la sua “copertina”    

Nella ventesima Pillo(w)la affrontiamo il tema della condivisione dei dati personali con l’IA: nello specifico, ci concentriamo sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie per migliorare i servizi da offrire al cittadino. Abbiamo diviso la scena in due parti, dove una è la diretta conseguenza dell’altra. A sinistra, troviamo la PA Factory già presente nella Pillo(w)la 4: qui DataMan, il nostro supereroe del Machine Learning, sta fornendo il suo supporto alla PA per migliorare e personalizzare i servizi welfare che – nella scena a destra – verranno consegnati dalla PA Empatica ai cittadini. Ma…attenzione! Dal corpo della funzionaria sembrano uscire strani cavi, di cosa si tratta? Lo scopriremo nella prossima Pillo(w)la… 

In che modo è possibile utilizzare i dati per creare valore ai cittadini?  



In un’epoca in cui la produzione globale di dati cresce in modo esponenziale, analizzare lo stato dell’arte sull’interazione tra Intelligenza Artificiale e dati significa interrogarsi non solo sulle opportunità tecnologiche offerte da questa simbiosi, ma anche sulle criticità di ordine etico, giuridico, ambientale e sociale. In questa Pillo(w)la approfondiremo le modalità con cui l’Intelligenza Artificiale impiega i dati nei diversi settori applicativi, focalizzandoci sulle opportunità e sui vantaggi. Nella successiva, invece, ci concentreremo sull’altro lato della medaglia: i rischi connessi alla discriminazione algoritmica, alla violazione della privacy, alla sicurezza informatica e all’impatto ambientale.  

Il fulcro delle capacità trasformative dell’IA risiede nell’uso sistematico e massiccio dei dati, che rappresentano l’elemento fondativo dei processi di apprendimento automatico (machine learning) e profondo (deep learning).  L’Intelligenza Artificiale è, quindi, progettata per trarre valore informativo da insiemi di dati eterogenei, strutturati e non strutturati, permettendo l’identificazione di pattern e correlazioni che non sarebbero facilmente accessibili alla sola osservazione umana.  

Innovazione in settori chiave.

L’utilizzo dei dati da parte dell’IA in contesti applicativi fondamentali per la collettività – come la sanità, la finanza, l’apprendimento e l’industria creativa – può offrire strumenti avanzati per diagnosi mediche, analisi finanziarie e creazione artistica. Per esempio, i progetti sviluppati da DeepMind e IBM Watson Health hanno aperto la strada a soluzioni che coniugano IA e big data per la medicina predittiva [1]. Inoltre, come detto nella Pillo(w)la 8, nel sistema scolastico l’analisi dei dati degli studenti può supportare la creazione di percorsi formativi personalizzati e strategie di intervento per contrastare l’abbandono scolastico.   

Creazione di welfare e generazione di valore per i cittadini 

Come abbiamo visto nella Pillo(w)la 3, l’utilizzo dei dati da parte dell’IA è fondamentale per trasformare la Pubblica Amministrazione in una PA Empatica, capace di creare servizi personalizzati per le persone. Inoltre, avere accesso ai dati dei cittadini, da parte dell’Intelligenza Artificiale, permette di migliorare anche il sistema del welfare per la collettività. Ne ho parlato recentemente all’evento “Che fare? Webfare!”, organizzato dall’Università e dal Politecnico di Torino [2], evidenziando le opportunità che l’utilizzo dei dati può offrire al cittadino. In sostanza, il tema principale da cui partire non deve essere la consapevolezza del singolo su chi può utilizzare o meno i suoi dati; piuttosto bisogna cominciare a domandarsi qual è il valore che la PA può genare per lui attraverso le informazioni che ha deciso di condividere. Per realizzare tutto questo è essenziale che chi gestisce i dati e la tecnologia collabori strettamente con chi li utilizza quotidianamente, affinché si crei nella collettività un senso di consapevolezza circa i vantaggi offerti dall’IA.  

Il miglioramento delle decisioni e l’automazione 

L’Intelligenza Artificiale consente di analizzare grandi volumi di dati per supportare decisioni più informate e automatizzare processi complessi. Ad esempio, nelle PMI italiane, l’adozione dell’IA sta crescendo, con un incremento degli investimenti pari al 58% nel 2024, sebbene la diffusione sia ancora limitata. [3]   

Un’ ulteriore opportunità offerta dall’Intelligenza Artificiale è lo sviluppo di sistemi distribuiti affidabili che garantiscano robustezza, protezione della privacy e governance efficace, affrontando le sfide legate alla sicurezza e all’equità.   

In sintesi, è necessario abbandonare l’idea che l’utilizzo dei dati da parte dell’IA sia una minaccia totale alla privacy e alla sicurezza del cittadino. Al contrario, è opportuno cominciare a pensare ai vantaggi e alle grandi opportunità che il loro utilizzo permette, pur adottando i necessari presidi di sicurezza. Quando parliamo di Intelligenza Artificiale, dati ed etica, dobbiamo avere un’unica guida: la coscienza digitale, la consapevolezza del valore che può essere generato dai dati nell’interesse del cittadino. 

 

[1] IBM, Exploring privacy issues in the age of AI. (2023) Disponibile al link. 

[2] Lo scorso 22 maggio ho partecipato al convegno “Che fare? Webfare!”, organizzato dall’Università di Torino, in collaborazione con Labont, ASSIA e Scienza Nuova. Ho avuto il piacere di parlare di creazione di valore per i cittadini utilizzando i dati che abbiamo a disposizione, insieme a:  

  • Ciro Cattuto, Direttore Scientifico della Fondazione ISI per l’innovazione e lo sviluppo imprenditoriale; 
  • Gabriele Giacomini, coordinatore del master in Filosofia del digitale dell’università di Udine; 
  • Giovanni Durbiano, professore presso il Politecnico e l’Accademia delle Scienze di Torino; 
  • Pauldin Lawrence, dottorando presso l’università di Torino. 

Per ulteriori approfondimenti, di seguito il link all’articolo: link. 

[3] Kirey Group, Intelligenza artificiale nelle PMI italiane: stato dell’arte e prospettive. (2024) Disponibile al link.   

 

[1] IBM, Exploring privacy issues in the age of AI. (2023) Disponibile al link. 

[2] Lo scorso 22 maggio ho partecipato al convegno “Che fare? Webfare!”, organizzato dall’Università di Torino, in collaborazione con Labont, ASSIA e Scienza Nuova. Ho avuto il piacere di parlare di creazione di valore per i cittadini utilizzando i dati che abbiamo a disposizione, insieme a:  

  • Ciro Cattuto, Direttore Scientifico della Fondazione ISI per l’innovazione e lo sviluppo imprenditoriale; 
  • Gabriele Giacomini, coordinatore del master in Filosofia del digitale dell’università di Udine; 
  • Giovanni Durbiano, professore presso il Politecnico e l’Accademia delle Scienze di Torino; 
  • Pauldin Lawrence, dottorando presso l’università di Torino. 

[3] Kirey Group, Intelligenza artificiale nelle PMI italiane: stato dell’arte e prospettive. (2024) Disponibile al link.   

 

 

 

 

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